Ricordo quando per la prima volta mi ritrovai a parlare con i miei più cari amici di pesca intorno ad un tavolo. L’idea era quella di creare un contesto strutturato nell’ambito del quale promuovere i principi dell’amicizia, dello sport e della condivisione; intesa quest’ultima come la forma più sincera di apertura tecnica ed intellettuale verso il prossimo, dettata pertanto dalla sola voglia di voler mettere a disposizione degli altri storie di vita ed esperienze in riva al fiume.
In quella particolare occasione l’ASD Astraeus Fly Fishing iniziò a muovere i suoi primi passi ed a percorrere il suo nuovo cammino. Lungo la strada abbiamo avuto la fortuna di incontrare persone nuove e di conoscere meglio le persone con le quali avevamo già avuto modo di confrontarci durante le nostre giornate di pesca e che fortunatamente si sono unite a noi in questo lungo percorso. In tal modo, così procedendo, siamo infine giunti sulle sponde del fiume Nera ed abbiamo recentemente vissuto un bellissimo fine settimana a Borgo Cerreto, in provincia di Perugia.
La prima sensazione è stata sicuramente quella di aver scelto il posto adatto per dedicarci alla nostra grande passione per la pesca sportiva, e soprattutto per la pesca con la mosca. D’altronde, l’intento che fin dal principio ci ha sempre guidato nel nostro progetto è stato quello di tentare di fissare nella nostra memoria momenti all’insegna della partecipazione costruttiva, nonché di creare i presupposti per godere di un ambiente fertile in cui poter condividere nozioni tecniche e concetti fondamentali in materia di osservazione delle acque e di ciò che le circonda. Tutto ciò è ancora più importante quando si ha a che fare con acque fredde, mosse ed allo stesso tempo caratterizzate dalla tipica vegetazione “a galleria” che spesso fa da cornice a molti fiumi dell’Italia centrale. Infatti, un altro aspetto di non secondaria importanza è legato alla capacità di saper applicare alla nostra azione di pesca i preziosi segnali che provengono dal contesto naturale circostante; ciò che può riflettersi nella scelta di una mosca giusta e coerente con la stagionalità di un determinato corso d’acqua, ma anche nella possibilità di saper costruire un’imitazione credibile della stessa.
In fin dei conti, a mio avviso, la pesca non è altro che una “sfida ad armi pari” basata su di una sorta di paradosso: cercare di trarre in inganno la natura avvalendosi dei segnali che la natura stessa generosamente fornisce. Proprio alla luce delle precedenti considerazioni, alcuni di noi hanno fin da subito avuto l’occasione di poter assistere ad una sessione di pesca dimostrativa da parte di uno dei nostri agonisti: Luigi Brunelli. In questa occasione, soprattutto coloro i quali per la prima volta affrontavano le acque del fiume Nera, hanno potuto beneficiare di un importante aiuto ai fini della maturazione di un approccio tecnico generale che, malgrado le differenze relative ad ogni singolo luogo di pesca, presenta sempre elementi fissi ed elementi variabili. In altri termini, occorre in primo luogo sviluppare un’attitudine che permetta al pescatore di individuare ed analizzare tutti quegli aspetti dai quali non credo si possa prescindere, come ad esempio una corretta “lettura” del flusso della corrente. Solo in tal modo, in un secondo momento, si possono dunque porre le basi per agire su tutti quegli aspetti che invece attengono alla sfera discrezionale del singolo pescatore. Insomma, avere una persona esperta che con pazienza si metta a disposizione e ci consenta di trovare il giusto bilanciamento tra ciò che è oggettivo e ciò che invece è soggettivo costituisce un vantaggio di non poca rilevanza.
Tuttavia, corollario necessario di questo ragionamento è l’umiltà di chi è disposto a recepire detti insegnamenti al fine di poterli un domani di nuovo condividere. La mattinata è stata grosso modo incentrata sul cosiddetto “primo approccio” e sulla scoperta dei luoghi incantevoli in cui abbiamo avuto la fortuna di immergerci. Certo, se è vero che ho in precedenza parlato di “amicizia” come uno dei principi fondanti dell’ASD Astraeus Fly Fishing, è altrettanto vero che poche cose riescono ad unire le persone come una bella tavola imbandita all’aperto, del buon cibo e del buon vino.
Come avrete intuito siamo arrivati al momento del pranzo, sulle cui positive caratteristiche dal punto di vista enogastronomico non credo sia il caso di soffermarsi. Ciò che invece credo valga la pena di sottolineare, in occasione del pasto, è stata la conoscenza di Marco Pippi, storico rappresentante di Legambiente Umbria adoperatosi negli anni alla cura ed alla promozione del territorio, con particolare riferimento al bacino idrografico del fiume Nera.
Tra i discorsi di maggior interesse che abbiamo avuto modo di affrontare non si può non menzionare la stretta correlazione tra salvaguardia delle specie ittiche autoctone e pesca sportiva, un rapporto che, a seconda dei criteri e delle politiche di gestione che vengono implementate a livello locale può essere declinato tanto in termini positivi quanto negativi. Nel nostro caso, abbiamo avuto l’occasione di poterci confrontare con una realtà lungimirante che trova le sue origini nel lontano 1994 e che ad oggi può vantare un tratto “Nera No Kill” di primissimo rilievo, con monitoraggi della fauna ittica, di quella macrobentonica (gli organismi che vivono sul fondo per intenderci), scuole di pesca e collaborazioni con Dipartimenti universitari di biologia ed ecologia. Stiamo quindi parlando di una realtà che costituisce un esempio sicuramente da seguire. Tuttavia, così come si è avuto modo di ribadire durante questo interessante confronto, affinché la relazione tra la proverbiale “tutela del territorio” e la pesca sportiva possa risultare sostenibile dal punto di vista ambientale sono necessarie numerose accortezze, quali ad esempio l’utilizzo di tecniche di pesca che non generino una pressione antropica eccessiva, specialmente in corsi d’acqua caratterizzati da ecosistemi con equilibri fragili (come appunto il fiume Nera). In definitiva, tutto il pomeriggio trascorre all’insegna della pesca con la mosca, ma anche delle conversazioni e di qualche passeggiata in riva al fiume. Qualcuno aspetta il calar del sole, qualcun altro invece ne approfitta per allontanarsi in cerca di qualche bella cattura.
La sera ci ritroviamo tutti in un bellissimo locale a pochi chilometri di distanza. Una birreria dai prodotti artigianali gestita da un gruppo di ragazzi che ci hanno accolto con estrema disponibilità e gentilezza. Ora, vi ricordate quando ho parlato di “capacità di saper applicare alla nostra azione di pesca i preziosi segnali che provengono dal contesto naturale circostante; ciò che può riflettersi nella scelta di una mosca giusta e coerente con la stagionalità di un determinato corso d’acqua, ma anche nella possibilità di saper costruire un’imitazione credibile della stessa” ? Ecco. Durante la cena abbiamo approfittato del rilassante tempo a nostra disposizione per approfondire due aspetti distinti: da un lato, ci siamo intrattenuti con una lezione colloquiale in materia di entomologia basata su delle diapositive molto interessanti ed esplicative dei vari stadi di sviluppo di un insetto, con particolare riferimento al fiume Nera ovviamente; dall’altro, una volta analizzati tali aspetti, abbiamo avuto l’opportunità di assistere alla costruzione di alcune imitazioni a cura del nostro Roberto Giarè, il quale si è reso molto disponibile nel mostrarci come trasformare la natura, o meglio parte di essa, in qualcosa di estremamente efficace nello stimolare l’appetito di alcuni dei suoi abitanti, tra cui appunto le bellissime trote mediterranee che da secoli abitano le acque del fiume Nera.
Il giorno dopo è arrivato finalmente il momento di mettere in pratica quanto appreso e di cimentarsi liberamente nella nostra passione. Tuttavia, la cosa forse più significativa, non è stato tanto “il gesto del pescare” in sé per sé, immersi ancora una volta in questo bellissimo scenario che tinge di verde le splendide case di Borgo Cerreto. La cosa che invece più mi auguro sia rimasta scolpita nella mente di tutti noi è l’aver capito l’importanza di come la pesca sportiva non sia una mera attività ricreativa fine a se stessa.
Infatti, essere pescatori è il frutto di un qualcosa che abbiamo avuto la fortuna di maturare nel tempo. Essere pescatori è un concetto che va al di là del singolo attimo o della singola cattura. Essere pescatori significa dedicare del tempo a se stessi. Essere pescatori implica l’aver profondamente percepito una serie di esperienze che, anche se per pochi e brevi istanti, ti lasciano con quella sensazione di poter vivere senza quasi alcun rimpianto.